Il Castello di Zumelle si erge sulla cima di un colle a strapiombo sul corso del torrente Terche. Il primo nucleo di un castello fortificato, a Zumelle, risale al I secolo d.C.,esattamente nel 46-47 d.c., quando i Romani stavano consolidando la loro influenza sulla Valbelluna. La costruzione si innalzava dove oggi si trova il nucleo principale del castello, in una posizione strategica per monitorare il transito sulla via Claudia Augusta Altinate (o su una sua variante). Durante le invasioni barbariche, il castello divenne il centro del sistema difensivo locale, prima di essere pesantemente rovinato e cadere in disuso. L’intreccio tra storia e leggenda racconta che il nucleo principale venne ricostruito e ampliato dai Goti (ad opera di Genserico) attorno al 540 d.C. La leggenda racconta che Genserico si stabilì nel castello bellunese. E dal matrimonio con l’ancella Eudosia, racconta la leggenda, nacquero due gemelli, da cui il toponimo Zumelle.
Il Castello di Zumelle ebbe un ruolo chiave per la storia della Valbelluna e del Veneto Settentrionale per tutto l’Alto Medioevo, quando fu coinvolto in sanguinose lotte feudali. Ricostruito nel 1311 da Rizzardo da Camino, signore di Treviso, Belluno e Feltre, il castello cadde successivamente in rovina. Con l’arrivo della Serenissima e delle armi da fuoco, le fortificazioni di Zumelle divennero di fatto inutili. Il maniero venne restaurato negli anni ’60.
Il Castello di Zumelle è il meglio conservato di tutta la Valbelluna. Solo le fortificazioni periferiche sono andate completamente distrutte. Il nucleo centrale, con tanto di mura e di torre, è cinto da un profondo fossato, scavato nella roccia. Si accede al castello e alla piccola corte interna attraverso una strada che si arrampica lungo il pendio. La torre, alta 36 metri, è a pianta quadrangolare e presenta cinque piani, collegati da una scala in legno. Sul lato nord delle mura, si trova l’antica chiesetta dedicata a San Lorenzo.
Un salto indietro nel tempo. Un tuffo triplo carpiato nel Medioevo, per rivivere le atmosfere genuine e autentiche di un antico maniero, nel pieno della sua attività, tra artigiani, dame, cavalieri e pellegrini. Per respirare a pieni polmoni la storia, basta sedersi su una delle panche della taverna, o percorrere il porticato del castello. E in un attimo, ci si sente come un viandante dell’Alto Medioevo. O come un pellegrino sulla via dei grandi santuari. La torre, allestita secondo il modello della casa-torre, accoglie il visitatore come fosse un castellano, che dall’alto scruta la valle davanti al castello. Ai piani nobili del castello, invece, dame e cavalieri attendono il visitatore in un’atmosfera fantastica. In una delle ali dell’edificio trova spazio il reparto archeologico, ricavato nelle segrete del castello. Al piano superiore, un magnifico scriptorium, con tanto di biblioteca.
LE LEGGENDE
La leggenda racconta che il castello fu costruito verso il 540 d. C. dal goto Genserico, sulle macerie di altro maniero prima esistente: Genserico era un misterioso personaggio e uomo di fiducia di Amalasunta, regina degli Ostrogoti e dopo la tragica morte della sovrana, uccisa in un’isola del lago di Bolsena per mano di sicari inviati dallo sposo Teodato, Genserico fuggì verso il nord con Eudosia, damigella di corte; che sposò e con la quale si stabilì nel territorio di Mel. Qui ricostruì un «castello», ottenendo dal nuovo sovrano degli Ostrogoti, Vitige, il titolo di comes «conte» e la piena giurisdizione sul territorio.
Lo stemma di famiglia fu rappresentato secondo il Bonifacio da una sfera d’oro in campo turchino, sormontata da due gemelli abbracciati, a ricordo della felicità che allietò la nuova dimora di Genserico, con la nascita di due gemelli, Iusprando e Goffredo. Il castello di Zumelle trae nome da questa leggenda: ‘castrum zumellarum’ – castello dei gemelli.
Una diversa interpretazione fa invece derivare il nome da zamelo o zumelo, a indicare l’accoppiamento con il dirimpettaio Castelvint, del quale rimangono poche tracce sull’altro versante della valle del Terche, a Carve. Secondo alcuni racconti, nella valle tra i due castelli appariva talvolta, di notte, un fantasma di dimensioni gigantesche.
Un’altra leggenda narra che il Murcimiro, conte di Zumelle, si innamorò di Atleta, una bellissima ragazza, già promessa sposa del conte di Feltre. Murcimiro perse il lume della ragione, giurando che l’avrebbe avuta anche a costo di morire. Egli tese un agguato al corteo che stava conducendo Atleta a Feltre: durante il terribile scontro, il conte rapì quest’ultima, conducendola nel suo castello.
Per vendetta Tucherio, padre della ragazza, mosse il suo esercito contro il castello di Zumelle, ma la fortezza resistette agli assedi.
Nel frattempo Atleta aveva sposato Murcimiro e gli aveva dato un figlio, Adelardo.
Dopo anni Tucherio attaccò nuovamente il castello e lo devastò senza difficoltà. Uccise lui stesso Murcimiro e successivamente incendiò la fortezza. Quanto ad Atleta, fu ricondotta a Casteldardo con il figlio e quindi data in sposa ad Azzone.
Se nella notte di San Lorenzo il cielo è sereno, il fantasma di Murcimiro non si farà sentire; ma se il cielo è nuvoloso o peggio carico di tempesta, allora non esiterà a perseguitare chi si avvicina troppo al maniero.
[fonte: web]
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