Il castello scaligero di Valeggio sul Mincio è un maniero di origine medievale situato lungo le rive del fiume Mincio, nella cittadina di Valeggio sul Mincio.
Posizionato sulla sommità di una collina, dalla quale domina tutta la valle del Mincio il Castello Scaligero è stato edificato a partire dal XIII secolo dagli Scaligeri e nei secoli successivi è stato sottoposto a numerosi rifacimenti, che non hanno però alterato il suo aspetto medievale.
Nonostante le ferite inferte dagli uomini e dal tempo, mantiene inalterata la suggestiva imponenza delle fortificazioni medievali. La parte visitabile, da poco restaurata, era originariamente chiamata la Rocca e ad essa si accedeva tramite due ponti levatoi. Un terzo ponte levatoio, l’unico ancora esistente, immetteva nella parte più ampia del complesso, chiamata il Castello. Di questo rimangono solo i ruderi delle mura perimetrali e l’intera area interna è ora occupata da una villa privata costruita all’inizio del 1900. È possibile ammirare, una volta entrati nella Rocca, l’antica Torre Tonda. Questa doveva formare con altre tre, raccordate da cortine merlate “guelfe”, una fortificazione di epoca precedente sulla sommità della collina.
Ma è proprio nella Rocca che aleggia una leggenda che narra di onore, tradimento e mistero.
C’è chi giura di aver visto strane ombre che di tanto in tanto appaiono nei pressi della Rocca nelle notti di luna piena.
Una leggenda che si fonde con la storia; sembra infatti che il tutto nasca da una tragica vicenda d’armi, potere e tradimenti, avvenuta quando gli Scaligeri erano signori di Verona.
Gli antichi annali riportano che all’inizio del XV secolo, dopo che venne avvelenato l’ultimo discendente dei Della Scala, il controllo della città fu preso per breve tempo da Giacomo da Carrara, Signore di Padova. I Carraresi tentavano in qual tempo di rinsaldare con ogni mezzo il loro potere, per contrastare l’egemonia di Venezia che, grazie all’alleanza con i Gonzava, stava conquistando la Terraferma veneta.
Correvano i primi giorni del 1405, quando una delazione segreta informò il Carrarese che il Castellano di Valeggio, messer Andriolo da Parma, stava trattando con i veneziani la resa della piazzaforte valeggiana, caposaldo occidentale dell’imponente linea difensiva del Serraglio Scaligero. Forse Andriolo, resosi conto che il potere dei Carraresi era ormai finito, per impedire che il Castello di Valeggio cadesse nelle mani dei Visconti di Milano, scelse di negoziarne la cessione a Venezia, ma qualche nemico deve averlo scoperto e subito denunciato.
La reazione del Carrarese fu rapida e spietata.
In una gelida alba di giovedì 8 gennaio 1405, un drappello di armigeri raggiunse al galoppo Valeggio. Giunti davanti al ponte levatoio, all’entrata del paese, sciolsero i pesanti mantelli mostrando le insegne scarlatte dei Carraresi per farsi aprire le porte. Poi, attraversarono il villaggio e salirono l’erta stradina che portava alla Rocca del Castello, e infine penetrarono all’interno del mastio dove alloggiava il Castellano, messer Andriolo e, senza indugiare, lo arrestarono con l’infamante accusa di alto tradimento.
Esautorato di tutti i suoi poteri, spezzata la spada, simbolo della sua autorità, il povero Andriolo fu legato e gettato su un carro per essere trasportato quello stesso giorno a Verona dove, nel Campo di Marte, senza processo fu incatenato a un palo, denudato, e con un terribile colpo di spada barbaramente squartato.
Così cadde assassinato il Castellano di Valeggio, mentre ormai la rapida sera invernale stava avvolgendo in un gelido e buio mantello il luogo dell’esecuzione. Più tardi, i carnefici gettarono ciò che rimaneva dello straziato corpo di Andriolo nelle vicine e profonde acque dell’Adige.
Il caso volle che quella notte, il cielo di Verona fosse rischiarato dalla luna piena.
Da allora, lo spirito tormentato di Andriolo torna nel suo Castello in ogni notte di plenilunio, vagando fra le torri alla ricerca della sua spada spezzata e nascosta in un luogo segreto dagli sgherri del Carrarese. La leggenda vuole che la sua anima non troverà pace finchè non avrà ristabilito il suo onore perduto, cioè fino a quando non avrà ritrovato la sua spada.
Ma non è tutto..lo stesso castello (sec. XIV), rimane in parte avvolto nel mistero…la torre tonda è ancora precedente (XII secolo) e ricorda le torri cristiane dei crociati. Ciò si ricollegherebbe alla documentata presenza dei templari a Borghetto. Ma non è escluso che sotto ci fosse addirittura una fortificazione longobarda.
fonti: wikipedia, http://www.manuelmarangoni.it/
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Galleria foto
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Relazione indagine
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ANALISI MATERIALE FOTOGRAFICO
Negli scatti effettuati non sono emerse anomalie degne di nota.
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ANALISI MATERIALE AUDIO
La difficoltà di ottenere tracciati audio validi operando in esterna è molto elevata, infatti abbiamo riscontrato che, gran parte dei file audio, sono stati inquinati dal vento, dal passaggio di auto e dagli schiamazzi provenienti probabilmente dal Borghetto.
Riportiamo comunque le pochissime anomalie audio riscontrate, consigliamo comunque di leggere la relazione per apprendere in che contesto sono stati acquisiti i file.
Si allegano i file dove se ne consiglia l’uso delle cuffie per un miglior ascolto.
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1 – “Ti sento” – file acquisito durante la metafonia con la radio (pezzo intero ed originale)
Estratto vocalizzo precedente
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2 – Colpo –a seguito della domanda da noi posta sulla famiglia eventuale del castellano
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3 – Colpo – Telone cinema
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Video indagine
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Ringraziamo la Dott.ssa Michela Menegus (conosciuta al Castello di Marostica in occasione dell’evento pubblico “Mistero Live” da lei organizzato insieme con la Pro Marostica, che ci ha visto l’anno scorso per la kermesse Veneto Spettacoli di Mistero) attuatrice del progetto che ci vede coinvolti a Valeggio sul Mincio, l’amministrazione comunale e tutti gli uffici coinvolti, il vice Sindaco per la inaspettata mail di ringraziamento ricevuta ieri all’indomani dell’indagine, l’elettricista per averci regalato il buio nel piazzale esterno, la Pro Loco, la Protezione Civile e tutte le forze coinvolte per l’andamento ottimale della ns attività.