Come ricorderete, dall’analisi delle registrazioni sonore eseguite nel 2013 erano emerse presunte voci, grida e rumori che ci hanno spinto a chiedere, all’Amministrazione Comunale, la possibilità di approfondire – con una nuova indagine, quanto da noi rilevato tre anni fa.
Storia
Il castello di Salizzole si distingue come uno dei complessi edilizi medioevali più importanti di tutto il Basso Veronese.
Per la sua posizione geografica e per la sua configurazione strutturale, questo antico maniero fu sostanzialmente concepito come luogo di residenza, rinunciando a qualsiasi funzione bellica di difesa.
Dell’originaria antica struttura che doveva essere ad impianto quadrato con quattro torri angolari, rimangono le due torri, unite da un corpo centrale che, nel tempo, è stato alterato e rimaneggiato. La torre occidentale, alta 27 metri, risale al XII secolo e conserva i resti dell’antica merlatura ghibellina. L’altra torre alta 35 metri, con l’adiacente portale d’ingresso, risale alla fine del Duecento e la propria realizzazione è da attribuire ad Alberto della Scala.
Saccheggiata nel 1441 dalle milizie di Francesco Sforza, si racconta fosse stato il luogo che ospitò Donna Verde della famiglia dei Da Salizzole, ricordata nella storia veronese per aver sposato Alberto I della Scala e per avergli dato i figli Alberto II e Cangrande. E’ probabile quindi che il castello sia passato in eredità da Verde, madre di Cangrande I, agli Scaligeri dopo la sua morte avvenuta nel 1305. Da quel momento la proprietà è entrata a far parte del patrimonio dei Della Scala. Dopo la dedizione di Verona alla Repubblica di Venezia, la Serenissima decise di vendere all’asta tutti i beni. Fu in quell’occasione, e precisamente il 23 marzo 1407, che Nicola Capella acquistò parte del Castello comprendente la torre occidentale, vasti possedimenti terrieri e i diritti giurisdizionali. I Capella conservarono la proprietà del complesso fino alla seconda metà del Seicento, quando l’ultima erede Eleonora, sposata con Camillo Giuseppe Cosmi, lasciò i beni al figlio Cosmo Cosmi Capella. Nel 1793 morì Camillo, l’ultimo erede maschio della famiglia. Furono così i discendenti delle sue tre sorelle, Matilde, Veronica ed Eurienna, a dividersi il patrimonio. Nel 1813, alla stesura del Catasto Napoleonico, l’edificio con le sue adiacenze era diviso in due parti; quella occidentale comprendente il corpo centrale e la torre più antica apparteneva agli eredi Cosmi-Capella; quella orientale comprendete l’altra torre al regio demanio. Alla fine degli anni ’80, l’amministrazione comunale di Salizzole, che dal 1980 è divenuta proprietaria del castello, ha ritenuto opportuno cercare di porre rimedio allo stato si abbandono in cui versava la struttura facendo studiare un piano di restauro e di recupero per bloccare il pericoloso degrado, salvare le strutture e restituire questo splendido oggetto architettonico ad un pubblico riutilizzo.
Leggende
Nel maniero non aleggiano particolari leggende, ma c’è chi giura di aver visto, nella stanza della torre occidentale, il viso di una giovane donna dai capelli castani con boccoli. La descrizione corrisponderebbe a Donna Verde da Salizzole, moglie di Alberto I Della Scala, proprietaria nella seconda metà del 1200 di vari appezzamenti della zona e probabilmente del castello. A Verona, è credenza comune che il suo spirito sia tornato nel castello di famiglia, a Salizzole, per abitarlo per l’eternità.
Altri fatti fanno riferimento alla storia più recente.
Nel 1945 un prigioniero, che il destino ha relegato fra le mura del castello, sarebbe morto nella stanza del primo piano della fortezza medievale, in circostanze oscure. C’è chi sostiene che si sia suicidato tagliandosi le vene e chi invece afferma che qualcuno lo abbia ucciso per estorcergli qualche informazione.
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Relazione indagine
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ANALISI MATERIALE FOTOGRAFICO
Sono state scattare 100 foto con fotocamera con sensore modificato per UV e filtro aggiuntivo da 750nm, ma nessuno scatto, in fase di analisi con software scientifico, ha rilevato anomalie.
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ANALISI MATERIALE AUDIO
Si allegano i file dove se ne consiglia l’uso delle cuffie per un miglior ascolto dopo aver letto naturalmente, il titolo dell’audio. Molto interessante l’ultimo file che proponiamo in calce. Dopo la voce di Andrea “Vediamo con me cosa dice” c’è una presunta voce maschile quasi sussurrata che sembrerebbe dire “Fustigato”.
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SALA 3 TORRE OCCIDENTALE DEL 2° PIANO – PRE INDAGINE:
1 – Colpo (1h33min)
2 – Strumento musicale o porta che striscia sul pavimento durante apertura/chiusura (1h44min)
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STANZA AL GREZZO DEL 1° PIANO – PRE INDAGINE:
1 – Mugugno femminile (4h23min)
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SALA 2 TORRE OCCIDENTALE DEL 1° PIANO – PRE INDAGINE:
1 – Colpo (58min)
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SALA CIVICA DEL PIANO TERRA – DURANTE INDAGINE:
1 – “Fustigato” presunta voce maschile (18min)
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